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Jerda.
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L'hard-rock, dacché esiste il rock, non ha mai conosciuto una vera e
propria crisi, ma è stato sempre rinfocolato e più o meno riaggiornato ai
suoni dominanti nelle varie decadi. La forse più longeva specie del
genere rock ha comunque senza eccezione mantenuto il suo piglio e i
suoi valori originari e peculiari. Questi, all'interno di sonorità fatte di ritmi
cadenzati con ascendenze blues, assoli di chitarra e batteria, di una
ripetitiva struttura compositiva piano-forte-piano o forte-piano-forte o
piano-forte-in crescendo, di retoriche esecutive date e dalle
voci "tecniche" e "alte" e dai giri di chitarra, questi "valori" sono un
edonismo fine a se stesso, una morale bizzosa, adolescenziale e
meschina, un autolesionismo tanto ostentato quanto pretesto per il vero
uso di alcol, droghe e sesso: l'edonismo di cui sopra. Come condimento
abbiamo un atteggiamento retorico e pletorico che picchia e ripicchia
fideisticamente sui medesimi temi peraltro riassumibili nell'organo
sessuale femminile, fine supremo di ogni azione/reazione. L'hard-rock è
uno stato di né carne né pesce e tuttavia reazionariamente convintissimo
nel suo essere: né metal né blues, né distruzione né sopravvivenza, una
nonchalance al limite stupida e inconcludente nel suo fossilizzarsi
aprioristico in un X che è uno stato d'animo di ribellione compiaciuta e
fondamentalmente in quanto meramente edonistica e non estetica
attaccata alla vita.
Nell'ordine: Deep Purple, Aerosmith, Kiss, AC/DC, Van Halen, Def Leppard,
Bon Jovi, Guns n' Roses. Anche se in misura minore, il 1991 può essere
considerato l'anno di morte del rock anche perché l'anno dell'ultimo
album "originale-significante" di hard-rock. Ed è un album dei Guns n'
Roses, a loro volta gli ultimi veri irriducibili consacratori del Credo hard-
rock.
Tutti tossicodipendenti e alcolizzati fin da giovanissimi i Guns n' Roses si
distinsero nella California di metà anni 80 per essere i più "punk" fra tutti
i complessi hard-rock; anzi furono, forse, il primo complesso strettamente
hard-rock della storia ad abbracciare un'ideologia (= un estremismo)
punk. Di solito punk e hard-rock sono agli antipodi, come modo di
rapportarsi alla vita e quindi alla musica. Scissione più grande non si ha
che all'interno del medesimo contesto: hard-rock e punk sono nel
medesimo stato di "male" e "ribellione", ma lo abitano con un approccio
antitetico, e quindi sono all'opposto. Nel mezzo, per quanto riguarda
l'hard-rock, c'è il blues, che il punk ha programmaticamente provveduto a
rinnegare. Ed ecco che l'antecedente più immediato dei Guns n' Roses
viene costituito dai Motley Crue: selvaggi che, come i Guns n' Roses,
hanno associato melodia, lenti, ballate a debordate e deflagrazioni
estreme sonore, spostando però il piede più sul metal (che in certe sue
dinamiche hanno contribuito a fondare) che su l'hard-rock. Sono
l'ideologia e l'irriverenza punk che hanno portato i Motley Crue prima e i
Guns n' Roses dopo a privilegiare più l'aspetto metal (estremo) che quello
hard-rock (da compromesso) nella loro "arte". I due gruppi sono
accomunati anche dalla fama di "belli-maledetti", riuscendo ad
accattivarsi con fisici da modelli trascurati e sciupati, vestiti che facevano
inevitabilmente moda, atteggiamenti maschilisti e sessualmente perversi,
con le ballate e le sfuriate, con il romanticismo e la devastazione, frange
di pubblico dalle più varie. I paragoni finiscono qui, perché i Motley Crue
(in virtù di un successo infinitamente minore rispetto ai Guns n' Roses),
hanno per ritorsione avuto una carriera più lunga, un'importanza
oggettivamente maggiore (si pensi ai numeri alla batteria di Tommy Lee);
toccando estremi (in termini di testi, musiche e atti: uno di loro, il
chitarrista, molto probabilmente è un pluriomicida che però ha sempre
scampato la giustizia; il bassista è morto di overdose; il batterista è in
pratica diventato un attore porno) che rispetto a quelli degli emuli Guns
n' Roses sono più estremi.
Anche i Guns n'Roses, tuttavia, non scherzavano. E anzi, negli anni in cui
sono vissuti, sono stati tra i gruppi effettivamente e non solo
ostentativamente più depravati e irriducibili in assoluto. E lo furono
programmaticamente e inguaribilmente (con particolare predilezione per
la violenza sessuale, il vandalismo e l'eroina).
Il chitarrista Slash (nato in Inghilterra nel 1965) proveniva da una
famiglia a dir poco benestante: furono il padre (disegnatore grafico per
album, fra l'altro, di Neil Young e Joni Mitchell) e la madre (disegnatrice di
vestiti e arredi per scenografie cinematografiche) a portarlo a Los
Angeles dove, non ancora maggiorenne, abbandonò la famiglia dandosi
al vagabondaggio e al teppismo (per sopravvivere fece anche da uomo-
test per la Philip Morris: doveva fumare tre pacchetti di sigarette al giorno
per poi sottoporsi a vari esami, e con quello che gli davano si comprava
da mangiare e il poco di resto). Il cantante Axl Rose (1962) veniva da una
situazione molto più degradata (violenze sessuali subite da bambino
ecc.) e in questa rimase, cambiando solo di posto: dall'Indiana giunse
(assieme a tante altre centinaia di migliaia di persone che fecero della
città quella con il più alto incremento demografico, nel breve periodo,
della storia) a Los Angeles. Il secondo chitarrista (ma autore della
maggior parte della musiche, nonché il vero, sebbene oscurato dagli altri
due, uomo-Guns 'n Roses) Izzy Stradlin (1962), alternava la sua vita
balorda a una dedizione incondizionata alla musica rock americana
vecchio stile. Il bassista Duff Mckagan (Seattle, 1964) era un ladro d'auto.
Steven Adler (Ohio, 1965), alla batteria, un epigone di Tommy Lee.
Si ritrovarono tutti a Los Angeles e dopo un paio d'anni di convivenza in
un bordello-studio underground giorno e notte popolato da centinaia di
persone diverse che accorrevano ad assistere alle prove (ininterrotte: o
interrotte solo dal sesso, la droga e l'alcol, in un vortice indecifrabile) del
gruppo, dopo questo "totale", disperato, relativamente breve, periodo
quando il più vecchio aveva 25 anni e il più giovane 22, uscì Appetite for
destruction. Era il 1987, l'album (per dir la verità, all'inizio un po' a stento)
spopolò. Se il gruppo si fosse fermato qui per la storia della musica rock
sarebbe stato lo stesso. E di fatto il gruppo si fermerà qui (almeno
creativamente), sfruttando in futuro solo l'eredità di questa primitiva
energia iniziale.
Già alla prima prova i Guns n' Roses dicono tutto ciò che aveva da dire;
fanno tutto ciò che possono fare; e si configurano tra gli ultimissimi
(temporalmente parlando) gruppi rock della storia. Nascono già classici, i
Guns n' Roses: un po' per quel tocco "english" di Slash (Deep Purple,
Black Sabbath, Motorhead e Sex Pistols erano inglesi), un po', e
soprattutto, per la ripresa delle basi blues del rock americano. E chi trova
interesse nel rock-classico, troverà interesse nei Guns n' Roses, gruppo
rock-classico-blues per eccellenza. Uno di quei (relativamente pochi: una
decina) gruppi a entrare nell'immaginario collettivo di mezzo mondo, e di
quello americano in particolare. Sembrava una destinazione, quella dei
Guns n' Roses, come lo fu quella dei Rolling Stones, i gruppi
costruiti "meno-a-tavolino" della storia. Seppero assecondare questa
forza della natura.
"Welcome to the jungle" è già classico (e il brano che meglio esemplifica
la copertina del disco, un classico a sua volta che migliaia di adolescenti
sfoggeranno in magliette e poster almeno fino a metà anni 90); sembra
quasi pletorico parlarne; suona come uno di quei pezzi che ormai, volenti
o nolenti, fanno parte dell'immaginario collettivo. Musicalmente è
perfetto, per quanto può essere perfetto l'hard-rock di cui esemplifica
l'essenza, rapportata al sostrato anni 80 di post-metal e post-punk (poi
death-metal e grunge). Il testo è l'autobiografia per eccellenza dei Guns
n' Roses, della loro vita randagia e depravata, violenta e così voluta:
nella metropoli "catastrofica" che era Los Angeles (allora più di ora) a
metà 80.
Edited by Jerda - 5/3/2006, 06:30.